Durante l’esodo estivo, solo il 32% degli italiani utilizzerà il telepedaggio in autostrada, il resto resterà tradizionale.
I prossimi weekend estivi si preannunciano, come di consueto, da bollino rosso o addirittura nero sulle strade italiane per via dell’esodo estivo. Secondo una recente ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos, l’automobile rimane il mezzo preferito dagli italiani per raggiungere le loro mete vacanziere, con il 52% delle preferenze.
Tuttavia, sono pochi coloro che sceglieranno di sfruttare i vantaggi del telepedaggio: solo il 32% utilizzerà dispositivi telematici, mentre il 28% pagherà i pedaggi in contanti e il 42% utilizzerà carte di debito o credito.
Differenze generazionali nell’utilizzo del telepedaggio
La ricerca evidenzia significative differenze generazionali nell’uso del telepedaggio. I Baby Boomers (60-79 anni) risultano i maggiori utilizzatori, con una quota del 34%, mentre i Millennials (29-43 anni) e la Gen X (44-59 anni) preferiscono le carte di pagamento, rispettivamente nel 51% e nel 50% dei casi.
La Gen X è anche la fascia che più frequentemente paga in contanti (30%), mentre tra i giovani della Gen Z (18-28 anni), l’11% utilizza il cellulare per pagare il pedaggio.
Le ragioni principali per cui molti italiani non utilizzano il telepedaggio includono la percezione di viaggiare poco in autostrada (40%), la scarsa esperienza di code al casello (19%) e il costo fisso dei dispositivi, considerato troppo elevato (19%). Altri motivi citati comprendono la preferenza di vedere immediatamente l’importo addebitato (8%), la percezione che le corsie dedicate non aiutino effettivamente ad evitare le code (7%) e il timore di guasti tecnici (5%).
Interesse futuro nel telepedaggio
Nonostante le resistenze attuali, il 38% di coloro che non utilizzano il telepedaggio si dichiara interessato a farlo in futuro. Questo interesse è particolarmente forte tra i giovani, con il 43% di interesse tra la Gen Z e il 42% tra i Millennials. Anche la Gen X mostra un buon interesse (39%), mentre i Boomers sono i meno propensi (27%).